Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Bambini amatevi
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 246, p. 3
Data: 16 ottobre 1955


pag. 3




   Carico d'anni e di affanni, stremato dalle peregrinazioni e dalle persecuzioni, San Giovanni Evangelista, il discepolo più amato, l'ultimo superstite dei Dodici, ormai quasi centenario, riusciva a dire soltanto queste semplici e povere parole:
   — Bambini, vogliatevi bene.
   Nel popolo di Efeso che gli stava intorno v'erano uomini fatti e anche vecchi ma San Giovanni seguitava a dir loro:
   — Fanciullini, amatevi gli uni con gli altri.
   L'apostolo ispirato che aveva scritto il Vangelo più metafisico, che aveva assistito in visione all'ultimo atto dell'umana tragedia, che per anni e anni aveva commentato misticamente le parole del Maestro, non era capace che di ripetere:
   — Bambini, vogliatevi bene.
   Tutta la sua apologetica, tutta la sua teologia, tutta la sua dottrina, tutta la sua eloquenza erano ridotte in lui a quell'ultima esortazione:
   — Fanciullini, amatevi gli uni con gli altri.
   Forse San Giovanni vive ancora sulla terra per aspettare il ritorno di Cristo ma se parlasse a noi tutti, giovani e vecchi, è certo che non direbbe altre parole che queste:
   — Bambini, vogliatevi bene.
   Son sicuro che a questo punto qualche merlo favellante al servizio della Diva Ironia osserverà ridescamente che il povero San Giovanni, con cent'anni addosso, era rimbambito e perciò vedeva anche in tutti gli altri tanti bambini e a loro andava ripetendo la sua patetica e platonica idea fissa.
   Ma un centenario, anche se non è rimbambito, è naturalmente portato a vedere dei minorenni negli uomini maturi e se il comandamento dell'amore è un'idea fissa si dovrà convenire che essa è molto meno pazzesca e pericolosa dell'idea opposta, cioè dell'incitamento all'odio.
   E infine, non siamo davvero che bambini: bambini malati, sciupati, intossicati, arrovellati, infuriati, che non si vogliono bene. Siamo dei bambini invecchiati che non riusciamo a viver di amore e d'accordo. Al di là della nostra piccola cerchia non sentiamo che diffidenza, gelosia, rabbia, volontà di negare, di offendere e distruggere o, nel migliore dei casi, una gelida e arida indifferenza. Eppure basterebbe che tra noi bambini sospettosi, viziosi, biliosi e rissosi, ci si volesse un po' più di bene che subito diminuirebbe nel mondo la paura e la tortura, l'angustia e l'angoscia, l'ossessione e la disperazione dei cozzi fratricidi.
   San Giovanni Evangelista ha ormai quasi venti secoli d'età e la sua voce si è fatta più fievole e fioca ma il pertinace vecchione continua a ripetere, anche a quelli che non ascoltano, il suo ingenuo ma divino monito:
   — Bambini, vogliatevi bene.


◄ Indice 1955
◄ Corriere della Sera
◄ Cronologia